Prospettive a bilancio. Questo il titolo dell’incontro che l’Accademia Olimpica di Vicenza organizza per sabato 23 ottobre alle 17 nel salone d’onore di palazzo Chiericati, a chiusura del 74° Ciclo di Spettacoli classici.
Una conversazione a più voci, quella proposta, che gioca sulle possibili accezio­ni semantiche dei due termini scelti a comporne il titolo. Si parlerà, dunque, di prospettive, da intendersi sia materialmente come quinte scenografiche, mirabile cannocchiale prospettico ideato da Vincenzo Scamozzi per i committenti olimpici, sia in senso traslato come indicazioni di rotta e progetti per l’attività futura del teatro, nell’ottica di garan­tire una buona prassi conservativa al monumento e, nel contempo, una vita pie­na e vibrante allo spazio teatrale. E si proporrà, altresì, un bilancio: una riflessio­ne da declinare tra le ragioni d’origine del più antico teatro coperto del mondo, gli obiettivi oggi raggiunti e i programmi del domani, in equilibrio tra proiezioni in avanti e pause di verifica e assestamento.
Dopo un indirizzo di saluto del presidente dell’Accademia, Gaetano Thiene, l’incontro sarà introdotto e moderato da Maria Elisa Avagnina, segretario dell’Istituzione culturale, storica dell’arte e già direttrice dei Musei Civici di Vicenza, e vedrà l’intervento di alcuni esperti e protagonisti della scena olimpica.
L’accademico Stefano Mazzoni, docente di Storia del teatro e dello spettacolo e di Storia del teatro antico all’Università di Firenze, cui si devono gli studi più completi e recenti sulla storia dell’Olimpico e dello spettacolo inaugurale dell’Edipo tiranno, ripercorrerà l’incredibile impresa degli accademici vicentini, artefici del loro teatro, riflettendo sulle prospettive di novità che questo aprì, nella seconda metà del Cinquecento, nella storia dello spettacolo e dell’architettura teatrali.
Seguirà, quale omaggio ai significativi passaggi sulla scena olimpica e allo spessore di poeta, drammaturgo e studioso, l’ascolto dell’ultima conversazione di Giuliano Scabia, scomparso il 21 maggio scorso, con il critico teatrale Massimo Marino: gentilmente concessa dalla rivista Doppiozero, era stata registrata in occasione della messa in scena vicentina della sua Commedia Olimpica, opera allestita nel 2019 nell’ambito dell’annuale Laboratorio Olimpico, progetto dell’Accademia nato da un’idea di Cesare Galla e sviluppato con la direzione artistica di Roberto Cuppone.
La parola passerà quindi a Giancarlo Marinelli, per una riflessione sulla sua esperienza quale direttore artistico del Ciclo degli Spettacoli classici e, più in ge­nerale, per uno sguardo da drammaturgo e regista su questo spazio unico al mondo.
In continuità con il versante artistico, delle peculiarità che una stagione speciale come quella dei Classici presenta sul fronte del bilancio economico parlerà Pier Giacomo Cirella, segretario generale della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, che nel Ciclo olimpico riveste un ruolo centrale per quanto attiene l’amministrazione e l’organizzazione.
Un’unicità da proteggere, quella dell’Olimpico, sulla quale si soffermeranno, in con­clusione di incontro, Vincenzo Tinè, soprintendente per l’Archeologia, belle arti e paesaggio delle province di Verona, Vicenza e Rovigo, e Giovanna Battista, responsabile per la stessa istituzione della tutela per la città di Vicenza, che illustreranno le specifiche esigenze di conservazione di questo spazio eccezionale come monumento e come luogo di spettacolo e le “prospettive” concrete di restauro rese possibili dai consistenti finanziamenti disposti in favore dell’Olimpico dal Ministero della Cultura.
L’ingresso è gratuito, nel rispetto delle normative sanitarie e con prenotazione obbligatoria attraverso il format pubblicato qui.