Rappresentata dal suo segretario Maria Elisa Avagnina, l’Accademia Olimpica ha partecipato al sopralluogo per la stampa svoltosi martedì 12 novembre nella Basilica Palladiana, che si prepara a ospitare la mostra “Ritratto di donna. Il sogno degli anni Venti e lo sguardo di Ubaldo Oppi”, curata dall’accademica Stefania Portinari: l’esposizione, a cui collabora l’Accademia Olimpica, aprirà il 6 dicembre il ciclo triennale di mostre promosso da Comune di Vicenza, Cisa Andrea Palladio e Fondazione Teatro Comunale.

La struttura espositiva consta di quattordici pareti autoportanti, alte 3,5 metri e larghe 60 centimetri, su progetto dell’architetto Antonio Ravalli di Ferrara, presente al sopralluogo con il sindaco Francesco Rucco, l’assessore alla cultura Simona Siotto e la curatrice.

“Ringrazio tutti coloro che si sono spesi, attraverso un importante lavoro di squadra, per realizzare un allestimento permanente che ha consentito sia di contenere i costi sia di poter utilizzare le strutture che vediamo qui oggi non solo per le tre grandi mostre che abbiamo in programma, ma anche per altre esposizioni, grazie alla possibilità di variare la disposizione a seconda delle esigenze – ha dichiarato il sindaco Francesco Rucco -. Fondamentale è stata la condivisione del progetto con la Soprintendenza che ha apprezzato la capacità di rendere sempre leggibile l’architettura della Basilica, che rimarrà aperta in via continuativa. Il progetto per le tre grandi mostre, con l’esordio di Ritratto di donna, è ambizioso e articolato. Nonostante le numerose difficoltà con soddisfazione posso dire che il cronoprogramma è rispettato grazie anche ai professionisti che stanno lavorando con noi”.

“Siamo oggi di fronte ai lavori in corso per realizzare un allestimento nuovo e coraggioso che rende ancora più bella la Basilica grazie alla capacità del progettista Ravalli e della ditta Fallani che con professionalità sta lavorando per montare le strutture rispettando i tempi – precisa l’assessore alla cultura Simona Siotto -. Ed ecco che a breve inaugureremo la prima grande mostra dedicata alle donne di Oppi mentre stiamo già lavorando per i prestiti della seconda esposizione”.

“L’allestimento è studiato per essere riutilizzato e flessibile perchè sappiamo benissimo che le mostre non possono essere tutte uguali – ha spiegato l’architetto Antonio Ravalli -. Le pareti modulari, che conterranno 12 macchine per la climatizzazione per l’elettricità, vanno a collegarsi ai pozzetti sulla pavimentazione per poter garantire la giusta temperatura e illuminazione per poter ospitare quadri importanti. I monoliti in lamiera grigio scuro potranno creare scorci diversi ad ogni esposizione, aprendo nuove prospettive, valorizzando così la Basilica in modo inusuale. Le finestre, per motivi di conservazione delle opere, saranno necessariamente schermate ma al 90%, quindi non completamente come avviene di solito poichè non verrà utilizzato un tessuto completamente nero. Le lamiere che rivestiranno l’anima in metallo e che collegheranno i giunti tra i moduli arriveranno da domani e saranno montate con dei magneti; successivamente verranno inserite le macchine. I moduli saranno poi legati da travi di stabilizzazione. Ogni struttura ha una porta nascosta per la manutenzione”.

“Sono entusiasta di quello che sta accadendo che può essere definito ‘magico’ grazie all’abilità di Antonio Ravalli che ha realizzato un allestimento che immagino come una sorta di pellicola da film su cui possiamo adagiare la narrazione della mostra con una continua osmosi – ha concluso Stefania Portinari -. Le opere sono preziose e provengono a musei importanti. Inoltre abbiamo il piacere di ospitare opere che non sono mai uscite da collezioni private. Il catalogo è un vero e proprio strumento frutto di ricerca, che raccoglie contributi di importanti studiosi”.

Le quattordici pareti che costituiranno l’allestimento conterranno i sistemi di condizionamento necessari per la corretta conservazione delle opere nel rispetto dei livelli di regolazione microclimatica, illuminotecnica e di sicurezza. In assenza di esposizioni le pareti si compatteranno in un parallelepipedo di 8 per 8 metri e alto 3,5 metri. Le pareti sono pensate come blocchi modulari in metallo nero, con meccanismi che ne consentano il facile spostamento e collegamento per creare il layout prescelto. Teche in vetro completeranno l’allestimento al fine di soddisfare le necessità espositive di alcuni oggetti e pezzi speciali. L’impianto di illuminazione si configura come un secondo livello che si andrà ad appoggiare alla struttura dei setti espositivi. Il sistema di binari sarà composto da un profilo in alluminio e bronzo con predisposizione inferiore per l’alloggiamento del binario elettrificato ed appoggerà sulle pareti garantendone anche la stabilità strutturale. Un terzo ordine di luci esistenti wallwasher, direzionate sulla volta lignea di copertura, la renderà visibile creando un effetto di sospensione della cupola sull’allestimento interno e amplificando in questo modo il dialogo tra contenitore e contenuto.

Sarà sempre garantita, come già avvenuto negli scorsi mesi in occasione di altre esposizioni, una zona dedicata ai visitatori che desiderano ammirare esclusivamente il monumento senza necessariamente vedere la mostra allestita nell’area più ampia in cui le pareti del parallelepipedo verranno distribuite in base al percorso che si desidera creare.

L’allestimento della struttura sarà completato verso la metà di novembre, mentre le prime opere (in totale saranno più di 120), tra dipinti, sculture, abiti e oggetti, arriveranno a partire dal 22 novembre.

La Basilica palladiana rimarrà chiusa al pubblico dal 22 novembre al 5 dicembre. Il monumento riaprirà il 6 dicembre, in concomitanza con l’apertura di “Ritratto di donna”, e potrà essere visitato tutti i giorni, dal lunedì alla domenica, dalle 10 alle 18 (25 dicembre e 1 gennaio dalle 14 alle 18). Ultimo ingresso 30 minuti prima della chiusura.

Tra le prime a far ingresso in Basilica ci saranno due tele di Ubaldo Oppi, l’icona della mostra “Le amiche” (1924, collezione privata, courtesy Galleria dello Scudo Verona) e “Ritratto di Laura Oppi” (1924, collezione privata). E poi “Notturno” di Felice Casorati (1912-1913, collezione privata), “Donna con collana” di Guido Cadorin (1929 collezione privata), “Figura femminile” di Mario Sironi (1932 collezione privata) “Ritratto di Signora” di Gino Rossi (1914 Fondazione Cariverona). Arriverà inoltre il primo abito, una “tunica in crespo di seta beige con motivo rinascimentale stampato in oro, linea dritta, alto punto vita” di Mariano Fortuny (1907 – 1909 Archivio Eleonora Duse, Istituto per il Teatro e il Melodramma, Fondazione Giorgio Cini, Venezia).

Informazioni: www.mostreinbasilica.it, facebook “Mostre in Basilica Palladiana”e instagram “mostreinbasilica”.
Si ringrazia per il comunicato l’Ufficio Stampa del Comune di Vicenza