È calato il sipario da qualche giorno del 74° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza, Nemesi Ogni viso avrà diritto alle carezze, il terzo della direzione artistica di Giancarlo Marinelli, il secondo progettato e realizzato in tempi di pandemia.
È stata un’edizione molto sentita dal pubblico e dagli organizzatori per l’importanza del tema, la Giustizia e le molteplici incarnazioni della Nemesi nel mito, ma anche per il desiderio del ritorno a teatro “in pienezza” che proprio nei giorni dei Classici all’Olimpico è diventato realtà.
Mai come in questa edizione è stato il sottotitolo del Festival, Ogni viso avrà diritto alle carezze, mutuato da un celebre verso di Paul Eluard in Sorelle di speranza, a restituire il significato profondo del viaggio alla ricerca di nuove visioni e prospettive, vissute e rielaborate grazie all’esperienza del teatro. Nemesi, Giustizia, Carezza, Giovinezza, Speranza, sono stati i temi forti del percorso drammaturgico ideato da Giancarlo Marinelli per la scena dell’Olimpico, temi affrontati e dibattuti anche nei numerosi appuntamenti di approfondimento collegati agli spettacoli.
A questa ricchezza di tematiche che si intrecciano hanno contribuito tutti gli organizzatori della 74esima edizione del Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico, promossa dal Comune di Vicenza, Assessorato alla Cultura, con la Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza e l’Accademia Olimpica, realizzata con il sostegno della Regione del Veneto, Gruppo AGSM-AIM SpA e Banca delle Terre Venete Credito Cooperativo e con la collaborazione di Biblioteca civica Bertoliana, Arteven Circuito Regionale Multidisciplinare, Teatro Nazionale della Toscana “Porta d’Europa”.
«In questi mesi – ha commenta il sindaco Francesco Rucco – in cui abbiamo riflettuto a fondo sulla nostra identità, con l’obiettivo di elaborare un dossier autentico per la candidatura di Vicenza capitale della cultura 2024, il concetto che ci ha maggiormente convinto è stato quello di “invenzione”. Un concetto mutuato dal Palladio, che richiama idealmente il processo creativo generato dall’ingegno, nell’arte come nell’impresa. Al termine del 74° Ciclo di Spettacoli Classici, non solo la spettacolare fabbrica dell’Olimpico, ma anche il fermento di rinascita che, in particolare quest’anno, il teatro e la città hanno saputo accogliere, e gli uomini e le donne che lo hanno amplificato, rappresentano a pieno titolo una delle colonne portanti di questa nostra identità in cui la cultura diventa davvero una bella invenzione».
«L’Accademia Olimpica – ha sottolineato il segretario, Maria Elisa Avagnina – ha partecipato con viva soddisfazione a questo percorso, in particolare con un segno concreto, cioè il volume curato dall’accademico Cesare Galla, e con due eventi inseriti nel cartellone: la cerimonia d’apertura del proprio anno di attività, sabato 2 ottobre, che quest’anno ha visto come ospite al Teatro Olimpico l’accademica onoraria Marta Cartabia, Ministra della Giustizia, con una prolusione in perfetta sintonia con il tema del Ciclo di quest’anno e in particolare con l’Antigone, di scena negli stessi giorni del suo intervento; e le riflessioni conclusive del 23 ottobre, al centro della conversazione Prospettive a bilancio, che non a caso ha visto tra i relatori il soprintendente Vincenzo Tinè, a ribadire l’impegno alla conservazione e all’utilizzo consono dell’Olimpico: principi di base che troviamo rispettati, compresi e condivisi a questo tavolo di regia del Ciclo dei Classici».
«È stata davvero una rinascita, il tornare ad una nuova vita, la possibilità di rinfrescare l’antico rapporto tra classicità e modernità, tra rappresentazione e interpretazione. Ma è stato ancora più difficile dell’anno scorso. Più ansioso, rischioso, imprevedibile dell’anno scorso” ha concluso il direttore artistico, Giancarlo Marinelli. “Il miracolo si è ripetuto. Di più. Si è raddoppiato. Questo succede solo in due luoghi. Nel Vangelo. E all’Olimpico».
E che si tratti di un’edizione “quasi miracolosa” visto il periodo in cui è stata progettata, in piena pandemia, e di tutte le restrizioni con cui ha dovuto confrontarsi la messa in scena degli spettacoli (quasi tutti prime assolute) lo dicono anche i numeri: il 74° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico di Vicenza, Nemesi Ogni viso avrà diritto alle carezze, in programma dal 23 settembre al 23 ottobre 2021, ha presentato 7 spettacoli, di cui 5 in prima nazionale, per un totale di 29 repliche, 3 concerti del Canto delle Muse, 4 Incontri di approfondimento a Palazzo Cordellina della Biblioteca civica Bertoliana, di cui uno dedicato ai Classici Contro, 3 appuntamenti del Filò Olimpico con Antonio Stefani, lo straordinario evento nell’ambito della cerimonia di apertura dell’anno di attività dell’Accademia Olimpica con la prolusione della Ministra della Giustizia Marta Cartabia, la conversazione conclusiva sul Teatro Olimpico, organizzata anche questa dall’Accademia Olimpica.
Sul palcoscenico del teatro coperto più antico del mondo si sono avvicendati, nell’edizione appena conclusa, 70 artisti mentre il dietro le quinte ha visto impegnati quasi 150 operatori (tra personale addetto all’assistenza tecnica e logistica e la promozione degli spettacoli); gli spettatori sono stati più di 3.900 (3.962) e quasi 500 i partecipanti agli eventi di approfondimento e ai concerti, parte integrante del Ciclo dei Classici, ricordando che l’accesso al Teatro Olimpico e alle altre sedi, fino all’ultima settimana del Festival, è stato contingentato dalla normativa anti Covid (circa metà delle capienze totali). Tutti gli spettatori e i partecipanti erano naturalmente muniti di green pass.
È stata sicuramente una rassegna nel segno del femminile, con una sfilata di eroine e protagoniste di prima grandezza: dalla Principessa della fiaba incantesimo l’Histoire du Soldat, musica di Stravinskij, regia di Marinelli, alla Principessa-direttore d’orchestra Beatrice Venezi, e ancora i mille personaggi incarnati da Drusilla Foer e Antigone (che può rappresentare davvero l’emblema dell’edizione 2021 dei Classici all’Olimpico), con Creonte interpretato dalla grande Ivana Monti; da Fedra, eroina tragica assoluta, in scena con le sembianze di Marianella Bargilli, alle Sirene Off Patrizia Laquidara, Stefania Carlesso, Anna Zago; dalla Ester adolescente del cast di Tema Cultura Academy, diretto da Giovanna Cordova, alla narratrice dantesca per eccellenza, Lucilla Giagnoni con la forza affabulatrice del suo originalissimo Viaggio all’Inferno di un’attrice e un dj.
E il Ciclo dei Classici edizione 2021, come citato dal segretario dell’Accademia, verrà ricordato anche per la presenza al Teatro Olimpico di importantissime cariche istituzionali, con la Ministra della Giustizia, Marta Cartabia: una voce autorevole, per affermare che la giustizia è un tema di tutti i tempi.
A ribadire l’importanza dei Classici e il ruolo del teatro e nella costruzione di una coscienza sociale, personale e collettiva, hanno contribuito gli Incontri a Palazzo Cordellina, sede della Biblioteca civica Bertoliana, con scrittori e studiosi cha hanno calato nel contemporaneo gli archetipi mitologici, accompagnati nei loro interventi dai giornalisti de Il Giornale di Vicenza; si sono succeduti, Cristina Battocletti, Vera Slepoj, Alberto Camerotto, Filippo Maria Pontani, Dino Piovan e Francesca Maria Berno, Marco Cavalli. Ma di grande valore è stato anche l’incontro Prospettive a bilancio, anch’esso ricordato da Maria Elisa Avagnina, che ne è stata la curatrice: una conversazione sul Teatro Olimpico come monumento e luogo di spettacolo, unicum nella cultura teatrale europea e nella drammaturgia imperiale della memoria, come sottolineato da Stefano Mazzoni, accademico olimpico e storico del teatro, con il contributo del soprintendente alle Belle Arti per le province di Verona, Rovigo e Vicenza, Vincenzo Tiné, a ricordare l’urgenza e gli investimenti previsti per la manutenzione e il restauro del gioiello palladiano.
Di particolare importanza, nel 74° Ciclo dei Classici all’Olimpico, è stato sicuramente il ruolo della musica con i tre concerti del Canto delle Muse del Duo Hana (Ilaria Fantin e Hersi Matmuja), introdotti da Cesare Galla, critico musicale e accademico olimpico, e il valore dell’incontro informale, nel Giardino del Teatro, con i tre appuntamenti del Filò Olimpico, condotti da Antonio Stefani, giornalista e memoria storica dei palcoscenici e del backstage, con i suoi racconti, a tratti esilaranti, su Goldoni, Shakespeare e Goethe.
Un Ciclo di Spettacoli Classici nel segno delle giovani generazioni, sulla scena – con i giovani (e bravissimi) attori di Tema Cultura Academy – e tra il pubblico, con oltre il 15% di presenze under 30, e con un’inedita partecipazione attiva, nell’ambito dei Classici Contro, dei laureandi in lingua e letteratura greca dell’Università Ca’ Foscari di Venezia, come spettatori e “critici teatrali junior”, testimoni di un’esperienza di spettacolo a 360°.
È stato un Ciclo dei Classici con un faro puntato sull’inclusione sociale, con temi come l’emarginazione e il disagio estremo, portati in scena attraverso il capovolgimento e la trasfigurazione del mito, nelle performances di Eracle l’Invisibile del Teatro dei Borgia, avvenute in una tenda di primo soccorso sulla Terrazza del Teatro Comunale (sezione Off); è stata una rassegna che ha indicato delle prospettive, per guardare oltre la tragedia della pandemia e Prospettive è anche il titolo del volume olimpico 2021, che contiene i contributi critici e di approfondimento sugli spettacoli e sui temi collegati, curato da Cesare Galla, con interventi di Luciano Canfora, Mario Richter, Maria Grazia Ciani, Lorenzo Renzi, Riccardo Brazzale, Anna Beltrametti, Vera Slepoj, Antonio Stefani, Marco Cavalli, Alessandra Manieri, le note di regia di Giancarlo Marinelli e il contributo dello stesso Galla.
E se questi fatti danno conto del passato, il Ciclo dei Classici edizione 2021, ha segnato delle luminose scie di luce sul futuro degli spettacoli oltre il palcoscenico dell’Olimpico: Histoire du Soldat – lo spettacolo inaugurale, regia e riscrittura drammaturgica di Giancarlo Marinelli, musica di Stravinskij con Beatrice Venezi che ha diretto l’ensemble della OTO (Orchestra del Teatro Olimpico), Drusilla Foer, voce narrante e André De La Roche, il diavolo, una produzione Savà Produzioni Creative, Teatro Ghione e Orchestra de Teatro Olimpico – sarà trasmesso, nei primi mesi del nuovo anno, da Sky Arte (canali 120 e 400 della piattaforma) ed è stato richiesto nei cartelloni di numerosi teatri italiani. Inoltre, le future produzioni speciali per il Teatro Olimpico, con la direzione artistica di Giancarlo Marinelli, saranno realizzate in partnership con altri importanti teatri storici italiani; l’accordo è in fase di perfezionamento e sarà annunciato ufficialmente entro la primavera 2022.
Per tornare all’edizione 2021 del Ciclo dei Classici, nonostante i numeri limitati delle presenze a teatro, il botteghino ha registrato un segno positivo rispetto allo scorso anno, con incassi che hanno superato i 55.000 euro (55.427,50) e alcuni spettacoli, come l’Histoire du Soldat, Antigone e Sirene, già esauriti in prevendita.
È un bilancio positivo, da tutti i punti di vista, quello del 74° Ciclo di Spettacoli Classici al Teatro Olimpico – come ha ricordato il Segretario Generale della Fondazione Teatro Comunale Città di Vicenza, Pier Giacomo Cirella – ma soprattutto che ha saputo premiare la forza e la resistenza di chi ha lavorato nei mesi duri e travagliati della chiusura dei teatri e della tragedia quotidiana della pandemia, non smettendo mai di credere che questo sogno potesse realizzarsi.