La Classe di Lettere e arti dell’Accademia Olimpica ha proposto, nel pomeriggio di giovedì 12 aprile nell’Odeo del Teatro Olimpico a Vicenza, un incontro su Gian Dàuli, “personaggio più citato che conosciuto”, come opportunamente sottolineato dal presidente dell’Istituzione cittadina, Getano Thiene, in una nota dedicata all’appuntamento.
Per gettare nuova luce sulla vita e il ruolo di questo scrittore vicentino, ma soprattutto editore e organizzatore culturale eclettico e innovativo, l’Accademia si è rivolta al proprio socio Paolo Lanaro e ad Alessandro Baù, ricercatore dell’Università di Verona: affidando al primo l’incarico di disegnare un ritratto di Gian Dàuli come autore “pop”; al secondo di raccontarne “l’arte di far libri”. I due interventi sono stati anticipati da un’introduzione da parte del presidente Thiene e moderati da Emilio Franzina, presidente della Classe di Lettere e arti.
Gian Dàuli si chiamava in realtà Giuseppe Ugo Nalato. Nacque a Vicenza nel 1884, ma a quattordici anni si trasferì a Venezia, città dalla quale, pochi anni più tardi, partì per l’Inghilterra, dove rimase dal 1903 al 1906. Dopo la guerra, durante la quale rimase ferito sull’Ortigara, andò a vivere a Milano, pubblicando i primi romanzi e dedicandosi all’editoria popolare e alla traduzione, con una particolare attenzione per gli scrittori anglosassoni, che fu tra i primi a introdurre nel mercato italiano, tanto con lungimiranza quanto con alterne fortune. Si occupò attivamente anche di giornalismo e di produzione cinematografica. Il regime di Benito Mussolini lo vide in un primo tempo simpatizzante del fascismo, ma via via sempre più critico, tanto da essere schedato come antifascista dalla polizia politica. Nel 1944 pubblicò “Cabala bianca”, romanzo considerato il suo capolavoro, ma buon valore riveste anche “La Rua”, di ambientazione vicentina come molti altri suoi scritti. Morì a Milano nel 1945.