Accademico Ordinario f.r.
Accademici Olimpici, Diritto Economia e Amministrazione
Cenni Biografici
Io sono un economista accademico, uno che si è sempre occupato di teoria. Non ho praticato quella parte della mia professione che si occupa delle applicazioni. Stimo profondamente i miei colleghi che fanno con serietà i consulenti di banche, sindacati, ministeri, del governo. Ricordo in particolare Giacomo Vaciago, che non solo usò le sue conoscenze quando fu in carica come Sindaco di
Piacenza, ma che successivamente rifletté teoricamente su quella esperienza che per lui risultò dunque doppiamente arricchente. In un certo senso Giacomo Vaciago, allievo lievemente più anziano di me di Giancarlo Mazzocchi, fu un mio maestro. Vaciago, a cui piaceva molto l’inglese britannico, per alcuni decenni mi rimproverò di essere “airy fairy”. Poi, quando fummo ormai tutti e due vecchi, lesse alcuni miei brevi lavori sulla politica economica europea, e ne fu ammansito.
Se non ho fatto l’economista applicato, in compenso, sono stato in grado di dialogare, oltre che con Sidney Winter (mio direttore di tesi di dottorato), Robert Clower, Michio Morishima, John Hicks, Mark Blaug, Beniamino Andreatta, Augusto Graziani, con filosofi, giuristi, storici, teologi. Sono partito –come credo quasi tutti quelli della mia generazione- con Ricardo e Keynes. Non ho dunque seguito i suggerimenti del mio Maestro, Giancarlo Mazzocchi, a fare dell’ economia del benessere applicata, alla Pigou. Solo ora vedo la sua saggezza. Piuttosto mi affascinavano la problematiche di Claudio Napoleoni, di Luigi Pasinetti. Mi ci vollero anni per concludere che i loro insegnamenti potevano risultare fuorvianti: ad esempio il “problema della trasformazione” mal posto, il “principio della domanda effettiva” solo un espediente retorico. Non solo: in Ricardo non c’è, a mio avviso, una teoria della distribuzione alternativa a quella neo-classica. Sostenni che basta rimettere a posto con le date il modello ricardiano di Pasinetti per accorgersene. Ebbi per questo, inattesamente, l’approvazione di Morishima. Ma le obiezioni, le de-costruzioni, le scoperte negative alla lunga non bastano. La realtà ci ha posto di fronte a problemi nuovi, quali la crisi del 2008-10 e l’unione monetaria europea. Ho sostenuto che la crisi non era di tipo keynesiano, anche se la terapia dovette esserlo. E che l’unione monetaria era stata un esperimento pazzesco e irresponsabile. (Questa seconda tesi la sostenevano in molti anche molto prima di me.) L’ultima questione politica di cui mi sono occupato è la battaglia italiana contro il “neo-liberismo”. Anche questo è un bersaglio estremamente popolare (come 50’anni fa il “marginalismo”) ma a mio avviso o inesistente o totalmente fuori luogo in Italia, un paese corporativo, collusivo e statalista.
Una trentina d’anni fa, essendo il responsabile dell’insegnamento della macro-economia al Dottorato di Siena, udii alcuni giovani colleghi proporre di integrare nel programma di macro-economia la teoria della crescita, allora non di moda. Pensai che forse avevano ragione e cedetti il mio incarico. Qualcosa stava maturando nella teoria della crescita di cui non mi ero accorto, e loro sì. Poi venne a Siena Robert Solow a fare le sue lezioni – le famose Siena Lectures- sulla crescita endogena, la grande innovazione degli anni ’90 del secolo scorso. Ebbi anch’io l’occasione di dare un piccolo contributo a questo importante filone di ricerca.
Tra i miei lavori si notano articoli di filosofia politica, diritto penale, studi biblici, teologia. Questi sono nati quasi sempre da incontri personali – ad esempio con lo studioso di Patristica Michel Aubineau, la filosofa Jeanne Hersch, il biblista don Angelo Tosato- o da letture giovanili che mi avevano segnato –ad esempio Politica e Cultura di Norberto Bobbio, The Gospel and the law di Duncan Derrett, l’ardua Dottrina dello Stato di Giorgio Balladore Pallieri. Non è vero che ci siano solo cattivi maestri. Bisogna saperseli scegliere.
Campi di interesse
Fondamenti micro-economici della macro-economia; crescita endogena; teoria dei giochi non-cooperativi e sue applicazioni; etica economica cristiana; teoria dei diritti dell’uomo.
Elenco di pubblicazioni scelte
Articoli su rivista
1. Costa G., (1976) -The two classical postulates and aggregate demand in the theory of unemployment, Dissertation Abstracts International Volume XXXVI, Number 10, pp. 1-2.
2. Costa G., (1977) -Ricardo Keynes la causalità e la legge di Say, Studi economici, n. 2, pp. 1-56.
3. Costa G., (1979) – Il “principio della domanda effettiva” in un recente libro di M. Morishima, Giornale degli Economisti e Annali di Economia, Nuova Serie, Anno 38, No. 7/8, pp. 529-545.
4. Costa G., (1986) – Comparisons between alternative positons, alternative sequences of positons, and positions successive to each other: a semantic analysis of the concept of “effects” of economic policy. Rivista di Politica Economica Selected Paper, No 20, pp. 1-53.
5. Costa G., (1997)- Punti di vista a confronto sulla tematica dell’usura, Diritto Penale e Processo, num. 12, pp. 1529-1541.
6. Costa G., (2000) – Machiavel et son mystère, Studia Philosophica (Jahrbuch der Schweitzerischen Philosophischen Geselschaft),vol. 59, pp. 241-50.
7. Costa G., (2006) – Le point de vue philosophique de Jeanne Hersch sur les droits de l’homme, Revue de Théologie et de Philosophie , Vol. 138, No. 2, pp. 111-125.
8. Costa, G. (2013) -Some reflections on the City of Taranto referendum on Ilva, Studi Economici 01, pp.27-34.
9. Costa G., (2015) -The European Union as recently seen by two Italian economists: a review article of Luigi Zingales, Europa o no, Rizzoli, 2014, and Giacomo Vaciago, Un´anima per l´Europa, il Mulino, 2015. In Phenomenology and Mind, n.8 -2015, pp. 268-273.
10. Costa G. (2018) -Classical and Catholic Political Economy: A Re-examination of Matteo Liberatore’s Principii di Economia Politica, History of Political Economy, 2018, Vol.50 (1), pp.191-219.
11. Costa G., (2018) – Rerum Novarum and Economic Thought: Some Comments on Professor Waterman from an Italian Point of View, Faith & Economics, Number 72, Fall, pp. 35-49.
12. Costa, G. (2022)- Down with “liberismo”? Rivista internazionale di scienze sociali, 2022, n. 3, pp. 311 -320.
13. Costa G. , (2022) -From the feeling of having been wronged to the intuition of universal rights, following Jeanne Hersch : an analysis of a recent Egyptian novel. Philosophie.ch, October 28.
Articoli su libro
1. Costa G., (1985) -Time in Ricardian models: some critical observations, and some new results,” in The Legacy of Ricardo, Caravale G. (ed.), Blackwell, Oxford, pp. 59-83.
2. Costa G., (1991) – On some dynamic aspects of the Ricardian model of capital accumulation and population growth”, in Giuseppe Gaburro and Dudley Peston, Eds., Essays on population economics, CEDAM, Padova, pp. 241-255.
3. COSTA G (2003) – Exogenous and endogenous growth in the Solow and Arrow models, and the Swan Proposition. In Old and New Growth theories: an assessment, Salvadori N., editor, p. 101-114, Cheltenham: Edward Elgar.
Monografie
1. Costa G., (1977) – Keynes: antologia di scritti economico-politici, Il Mulino.
2. Costa G.,(1980) – La legge di Say e la teoria della domanda effettiva, Giuffrè.
3. Costa G., e Mori P., (1994) – Introduzione alla teoria dei giochi, il Mulino.