Si sono impeccabilmente conclusi, esattamente nei tempi previsti, i lavori di restauro delle facciate del Teatro Olimpico, ora finalmente degne della sua bellezza e della sua unicità. A rendere possibile questa doverosa restituzione alla città e al mondo, nel 440° anniversario dell’inaugurazione del teatro coperto più antico del mondo, è stato il Comitato “Un Volto per l’Olimpico”, costituito da Accademia Olimpica e Società del Quartetto di Vicenza, cui si devono il lancio dell’iniziativa e la raccolta fondi che ne ha permesso la realizzazione.

Ben 527 donatori, mecenati e istituzioni

A sostenere l’opera sono stati 527 donatori fra singoli mecenati – tra i quali la contessa Caroline Marzotto con un generoso contributo -, imprese, istituzioni culturali come la Fondazione Roi, associazioni di categoria come Confindustria Vicenza e un grande numero di cittadini, che hanno versato 145.983 euro utilizzando la piattaforma For Funding di Intesa Sanpaolo. A questi si sono aggiunti gli oltre 73 mila euro di Intesa Sanpaolo, devoluti attraverso lo strumento dell’Art Bonus, e i 20 mila euro di contributo della Camera di Commercio di Vicenza, elargito tramite l’Accademia Olimpica.
Del restauro si è occupata l’impresa specializzata Trevi Restauri di Trento, che ha eseguito l’intervento per un importo complessivo di 238 mila euro, comprendente costo dei lavori, iva e altre voci di spesa, interamente coperto dai fondi raccolti. La direzione dei lavori è stata affidata all’architetto Andrea Faggion.

Un cantiere articolato in due fasi

Il cantiere per gli interventi di restauro conservativo è stato suddiviso in due fasi, distinte sia per dislocamento che per ordine temporale, e i lavori sono entrati nel vivo verso la metà di marzo, quando il clima ha concesso condizioni adeguate alla loro esecuzione. La prima fase ha riguardato il prospetto ovest, lungo Stradella del Teatro, la seconda la parte che si sviluppa verso Largo Goethe.
Nella prima fase, l’avanzato stato di degrado dell’intonaco ha richiesto accurati e profondi interventi di consolidamento, volti a conservare il più possibile il materiale originale. Si è quindi passati alle diverse fasi di pulizia degli elementi presenti e all’integrazione dell’intonaco, che alla base dell’esteso prospetto ovest, in pessime condizioni anche a causa di precedenti interventi di ripristino non congrui, è stato necessariamente oggetto di integrale rifacimento. Tutti gli elementi lapidei, lignei e metallici sono stati restaurati seguendo i canoni del restauro conservativo e particolare cura è stata riservata al recupero dei manufatti in pietra di Vicenza presenti in facciata, garantendone la conservazione nel tempo.
Ai primi di luglio si è dato avvio alla seconda fase. Per quanto riguarda l’intonaco, che in quest’area è finito a marmorino, il suo stato di conservazione era migliore. Gli operatori si sono concentrati sulla preparazione dell’impasto più idoneo per la stuccatura di fessurazioni e microfessurazioni, l’integrazione di piccole lacune e il ripristino di alcuni settori particolarmente abrasi o compromessi.
Come nella prima fase, le lavorazioni hanno interessato anche tutti gli elementi lapidei e metallici presenti. Grande attenzione è stata riservata al portale in pietra e al relativo portone ligneo di ingresso al teatro, sul quale sono stati eseguiti alcuni interventi di consolidamento strutturale volti al ripristino statico di elementi dissestati.
Modalità operative, tecniche di restauro conservativo e campionature sono state, a lavori in corso, discusse e condivise con i professionisti della competente Soprintendenza.

In programma un ringraziamento ai donatori

Concluso nel migliore dei modi il restauro del “volto” dell’Olimpico, il Comitato è ora impegnato ad organizzare uno speciale evento di ringraziamento per quanti hanno contribuito con particolare generosità al raggiungimento di questo obiettivo. In tale occasione sarà anche scoperta una targa commemorativa che conterrà, grazie ad uno specifico QR Code, tutti i nomi dei donatori che hanno reso possibile la realizzazione dell’opera.