di Roberto Cuppone
accademico olimpico e direttore di Laboratorio Olimpico
Si sono concluse le prime due giornate di Laboratorio Olimpico 2016, organizzate in collaborazione con Rete Critica. La prima delle due (1 ottobre) è consistita quest’anno in un vivace meeting fra critici e operatori teatrali dal titolo Festival: Reportages e riflessioni. Dallo scorcio privilegiato del settembre vicentino, che nel primo teatro coperto del mondo chiude la stagione dei festival, si è cercato di fare il punto su questa forma organizzativa e creativa insieme, appunto tra reportages sulle novità dell’estate, riflessioni di metodo e testimonianze dirette di direttori e creatori di festival.
Dopo le introduzioni di Jacopo Bulgarini d’Elci, vicesindaco, e Cesare Galla, vicepresidente dell’Accademia Olimpica, non poteva che inquadrare la questione Oliviero Ponte di Pino (Festivalia: una tassonomia dei festival italiani); sono seguite le messe a fuoco tematiche di Giulia Alonzo (I festival italiani: e il multiculturalismo?), Mario Bianchi (I festival e le vetrine di teatro ragazzi), Lorenzo Donati (La critica dentro ai festival), Roberto Rinaldi (Festival e territori), Elena Scolari (Festival, dove sei? Manifestazioni teatrali itineranti); Fabio Francione (Un sondaggio verso il futuro) e Rossella Menna (L’onda lunga dei festival: radicamento, diffusione e permanenza culturale) hanno portato l’ottimismo, Andrea Porcheddu la provocazione (Basta con i festival) e infine Massimo Marino la visionarietà (La contemporaneità ovvero l’estasi).
Inframmezzati a questi interventi, fra luci e ombre, le testimonianze di protagonisti come Franco Laera (Festival del Teatro Olimpico), Sergio Ariotti e Isabella Lagattolla (Colline Torinesi), Elena Di Gioia (Festival Focus Jelinek), Elena Lamberti (Progetto C.Re.S.Co.), Carla Peirolero (Suq festival di Genova), Luca Ricci (Kilowatt Festival), Maria Rosa Scapin (Opera Estate Festival Veneto), Fabrizio Trisciani (In-Box), Franco Calabretto (Mittelfest) hanno letteralmente incarnato, fra successi e criticità, proposte e denunce, un quadro forse unico oggi in Italia sull’argomento – tanto che si è suggerita l’idea di ripetere questa giornata in occasione del Laboratorio Olimpico del prossimo anno.
La seconda delle due giornate organizzate in collaborazione con Rete Critica ha visto invece critici e bloggers del movimento, in rappresentanza di 29 testate giornalistiche, riuniti sulla Terrazza della Basilica Palladiana, in un clima fra il glamour e il neoclassico, per proclamare le terne finaliste del Premio Rete Critica V edizione: sono stati segnalati per il “Migliore spettacolo/compagnia” Socrate. Il sopravvissuto (Anagoor), Trilogia della provincia (Oscar De Summa), ed ex-aequo Esilio (Piccola Compagnia Dammacco) e Fa’afafine (Giuliano Scarpinato); per il “Migliore progetto di comunicazione” Short Theatre (Roma), La tournée da bar (Davide Palla), Terreni Creativi (Kronoteatro, Albenga); per il “Migliore progetto organizzativo – Premio Sandra Angelini” (riconoscimento dedicato alla memoria della collaboratrice dei Motus scomparsa proprio quest’anno) Santa Estasi (Antonio Latella per ERT) ed ex-aequo Efestoval – Festival dei Vulcani (a cura di Mimmo Borrelli), Zona K (Milano) e Carrozzerie n.o.t. (Roma). La giuria ha segnalato inoltre, esprimendo la sua solidarietà, l’attività del CREST di Taranto, che opera in una realtà particolarmente disagiata, presso l’ILVA, e recente vittima di vandalismo; e la difficile situazione delle Residenze nella Regione Puglia, una delle più interessanti e innovative esperienze teatrali degli ultimi anni che sta attraversando una fase delicata, anche a causa del difficile rapporto con alcune istituzioni locali.